di Lorenzo Parolin[L8/508]
Si dice che il nostro Sistema andrebbe demolito e ricostruito ex novo, ma a che servirebbe dal momento che il Male è così ben piazzato nei suoi gangli vitali che ha la capacità di influenzare le nuove strutture ricollocando i suoi seguaci nei punti chiave e vanificando le buone intenzioni di restauratori e rivoluzionari? Minimo si opporrebbe rabbiosamente al risanamento. Prima di fare tanti movimenti occorre dunque indebolire il male. E gli unici cambiamenti di sostanza possibili sono quelli che ciascuno di noi può attuare su sé stesso diventando un po’ più virtuoso e più amorevole; tutti gli altri cambiamenti, pur essendo anche vistosamente innovativi, sarebbero semplici cambiamenti di forma. Chi è intelligente capisce subito che, dietro il turbinio di proposte che attori vecchi e nuovi della politica continuano a mandare in scena, ci sono solo dei cambiamenti di forma, e zero di sostanza, anzi, la persona acuta vede il male guadagnare posizioni. Con il male, dunque, siamo costretti a convivere a vita, perciò è opportuno non dargli confidenza e non accettarlo passivamente. E nel caso di assalti repentini è consigliato opporgli strenua resistenza attaccandolo con il perdono. L’amore è l’unico ferro da lancio che fa arretrare il male: quello proprio non lo sopporta. Inoltre, dalla costosa azione sacra del perdono scaturisce la pace interiore; altrimenti si morirebbe di rabbia.
[rif. www.lorenzoparolin.it L8/508]